Nonostante adesso la polvere si sia depositata sui
campi di battaglia insanguinati della Tempesta del Caos,
e la vittoria sia stata assegnata alle forze dell'Impero
e ai suoi alleati, la storia di questa immane invasione
deve essere registrata, e le sue conseguenze
narrate.
Mentre gli eserciti del Caos marciavano verso Ovest,
gli Uomini del Middenland e dell'Ostland hanno tenuto
coraggiosamente la linea contro le orde nere. Disciplinati
e organizzati, i difensori hanno ripetutamente ingaggiato
i nemici, rinforzando i castelli e le città lungo
tutto il percorso verso Middenheim, abbandonando
progressivamente fattorie e villaggi che non potevano
più essere difesi.
I castelli fortificati della regione, hanno dimostrato di
essere i peggiori ostacoli contro i quali l'orda di Archaon
abbia mai potuto imbattersi. A Bohsenfels, i mercenari
assoldati dal Conte Von Raukov contro le orde di
Tzeentch hanno difeso sino alla fine le mura assediate.
I loro sforzi devono essere d'esempio per tutti i difensori
dell'Impero in questi tempi oscuri. Nonostante gli
sforzi di Melekh, Archaon stesso ha infine decretato la
morte del Campione di Tzeentch come esempio per gli
altri suoi luogotenenti, e il figlio mutato Cyspheth ha
subito ricevuto il comando dell'esercito del Signore del
Mutamento.
I Castello di Lankester ha resistito strenuamente per
molti giorni contro l'esercito di Feytor, devoto di Nurgle,
ma infine i suoi difensori furono sconfitti dalla terrificante
pestilenza scagliata dal Signore della Putrefazione.
Forte Schippel invece, ha dato prova di essere
un ostacolo insormontabile, tanto da indurre Feytor ad
abbandonare l'assedio. La guarnigione del forte allora,
si riorganizzò velocemente per la riscossa, colpendo
duramente la colonna delle forze di Nurgle mentre cercava
di ricongiungersi all'orda principale di Archaon, in
marcia verso Ovest
Strykaar, prescelto di Slaanesh, é riuscito a distruggere
Kurst e Zundap, ma si é attardato molti giorni nell'assedio
della capitale dell'Hocland, Hergig. Nonostante
infine sia riuscito a spezzare la resistenza delle mura,
con l'aiuto dei suoi alleati Skaven, la sconfitta del
Conte Leudenhof ha richiesto un pesante tributo in
termini di truppe al Campione di Slaanesh, e il suo esercito
soffrirà per queste perdite lungo tutto il resto
della Campagna.
Un attacco a sorpresa ad Untergard, sferrato da Khazrak
il Monoloco, ha spiazzato inizialmente le forze dei
difensori, ma Archaon e i suoi alleati non sono riusciti
a sfruttare al meglio questo evento, e schiantare le
difese indebolite dai branchi del Signore delle Bestie.
Infine, Khazrak é stato ricacciato nelle foreste, dove
ha continuato a sabotare i convogli destinati alla città
del Lupo Bianco, ma senza poter più prendere parte
attivamente al conflitto.
Il Prescelto stesso si apriva la strada ad Ovest lungo la
Via della Vecchia Foresta. A Krudenwald, il suo esercito
si riunì con quello di Haargroth il Sanguinario. Ma
durante l'attacco, le orde di Orchi Neri di Grimgor Pellediferro
irruppero sulla scena, per superare gli sforzi
di Archaon. Per il momento infatti, Grimgor era soddisfatto
dello scopo di provare a se stesso di essere abbastanza
forte da raggiungere per primo Middenheim.
Anche il Padrone Oscuro, Be'Lakor, fece il suo ingresso
in questa città, alla testa di una vasta orda demoniaca.
Tutti i tre generali si impegnarono per dimostrare la
loro superiorità, e fu proprio grazie alle loro lotte intestine
che Boris Todbringer e gli altri difensori di Middenheim
ottennero un prezioso vantaggio per preparare
un'ordinata ritirata e fortificare le città alle spalle di
Krudenwald.
Dopo settimane di spietati combattimenti, gli assedianti
erano dissanguati innanzi alle stoiche difese del
Middenland. Nondimeno, Archaon e i suoi luogotenenti
iniziarono ad assediare la stessa Middenheim. Gli asSupplemento
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- 2 -
- LA TEMPESTA DEL CAOS -
salti preliminari furono coronati da successo, e richiesero
dei disperati contrattacchi da parte dei difensori
per tenere le mura ovest ed est.
Ma l'arrivo dei Kisleviti e dei Bretonniani cominciò a
volgere le sorti dello scontro in favore dei difensori.
Attaccati da questi eserciti nelle foreste e schiacciati
dai contrattacchi dei difensori, le bande di guerra degli
dei oscuri furono progressivamente disperse. Gli attacchi
di Grimgor e dei suoi seguaci Orchi indebolirono
ulteriormente l'esercito di Archaon costringendolo a
spostarsi verso Nord. In tutto questo, gli eserciti di
Karl Franz e Valten erano quasi giunti per spezzare
l'assedio.
Mentre l'esercito di Uomini, Elfi e Nani si batteva per
Middenland contro i Demoni, non visti gli Skaven proseguivano
il loro distorto piano. Sempre pronti ad approfittare
di ogni debolezza dell'Impero, gli uomini
ratto avevano messo a punto un diabolico piano. Il
Concilio dei Tredici aveva riunito tutti i clan maggiori e
poste da parte le proprie rivalità per cooperare alla
riuscita di quello che era conosciuto tra gli Skaven con
il nome di Progetto Supremo.
Il Clan Skyre aveva costruito l'Emisfero del Fato, un
macchina alimentata dal potere della mutapietra che,
come assicuravano gli Ingegneri Stregoni, era capace
di distruggere tutto l'Ulricsberg e la città soprastante
la montagna. Senza che nessuno degli uomini potesse
sospettarlo, gli Skaven stavano espandendo il loro Impero
Sotterraneo durante gli attacchi. A Zundap avevano
occupato l'antico mulino abbandonato, mentre a
Middenheim erano riusciti ad infiltrarsi nell'Ulricsberg
con l'Emisfero del Fato.
Nel sessantaduesimo giorno dopo che le forze di Archaon
erano giunte nell'Impero, gli eserciti di Karl
Franz e Valten giunsero a Middenheim. Lo scontro finale,
era cominciato.
Primo Giorno - L'Attacco di Karl Franz
Karl Franz cavalcò in battaglia insieme a due dei più
valorosi guerrieri dell'Impero - Il Gran Maresciallo delle
Guardie di Palazzo Kurt Helborg e il Campione Personale
dell'Imperatore, Ludwig Schwarzhel. Helborg
consigliò di ingaggiare l'esercito di Archaon più velocemente
possibile mentre ancora si stava riprendendo
dai contrattacchi dei difensori di Middenheim. Il Gran
Maresciallo temeva che Archaon si sarebbe ritirato
ulteriormente a nord est, possibilmente sino a raggiungere
la Fortezza d'Ottone. Se questo fosse accaduto,
il Prescelto avrebbe persino potuto fortificare la
rocca e creare una testa di ponte dalla quale lanciare
ulteriori attacchi verso l'Impero. Karl Franz concordò
con questa possibilità, e incaricò Helborg di guidare
l'esercito alla vittoria quello stesso giorno.
Archaon stava ritirando le truppe appena al di fuori
della gittata dei cannoni della città. Vicino al villaggio
di Sokh egli attese l'attacco dei suoi nemici. Sapeva
che Valten e i suoi implacabili Flagellanti e Sacerdoti
non erano troppo lontani ad est, ed egli comprese che
era necessario annientare le due forze che gli si opponevano
ad una ad una, e non concedere che si unissero.
Se fosse accaduto, Archaon sapeva che gli imperiali
avrebbero potuto persino circondare le sue forze.
Così, nelle prime ore del pomeriggio, la Guardia di Palazzo
caricava per prima l'esercito di Archaon. Supportata
dal fuoco dei cannoni, essi superarono coraggiosamente
il bombardamento dei Nani del Caos e dei
loro Cannoni Infernali appena al di fuori di Sokh, e
impattarono contro le bande da guerra di Strykaar.
Conscio del pericolo, Archaon contrattaccò immediatamente
assaltando non le Guardie di Palazzo, ma i reggimenti
di fanteria che stavano accorrendo il loro supporto.
Mentre il Dominatore della Fine dei tempi massacrava
centinaia di soldati, Haargroth tagliò la via di
ritirata delle Guardie di Palazzo. Helborg, brillante
stratega sempre attento ad ogni mossa del nemico,
vide in tempo la trappola chiudersi sui suoi uomini, e
forzò l'assalto in modo da spezzare la resistenza dell'orda
di Strykaar, muovendo rapidamente verso nord
oltre il combattimento.
Archaon fu soddisfatto, e lasciò che il resto dell'esercito
Imperiale si ritirasse, ben sapendo che i suoi nemici
sarebbero stati scoraggiati a ritentare l'attacco dopo
una tale cocente sconfitta subita da un avversario che
era stato dato per sconfitto. Il giorno successivo, egli
marciò ad est, per annientare Valten
Secondo Giorno - L'Arrivo di Valten
Credendo che Archaon fosse ancora nei pressi di
Sokh, Valten e Luthor Huss intrapresero la marcia ad
Ovest. Ma non passarono molte ore dall'alba, quando
ancora centinaia di truppe stavano radunandosi sulla
strada, che Archaon colpì. I poteri magici scagliati da
Cyspeth e dai suoi stregoni della cabala serpeggiarono
lungo la strada della Vecchia Foresta. Un muro di fuoco
multicolore bruciò e mutò qualunque cosa al suo
passaggio. Cavalli e uomini si fusero insieme, mentre
alberi e rocce iniziarono a muoversi e colpire gli uomini
di Sigmar.
Con l'esercito che andava scompaginandosi, Valten
fece la sola cosa che poteva fare - attaccò. Protetto
dalla sua armatura di Gromril e dagli incantamenti di
Teclis, Valten sfuggì al terribile incantesimo e caricò
direttamente il centro dell'esercito di Archaon. Seguendo
la sua carica, Huss e i sacerdoti che erano anSupplemento
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- LA TEMPESTA DEL CAOS -
cora vivi, cominciarono a combattere le stregonerie
liberate dal Campione di Tzeentch.
Inizialmente, sembrava che Valten fosse condannato,
mentre si scagliava praticamente da solo contro un
intero esercito. Eppure, senza un ripensamento o un
dubbio, egli cavalco direttamente nel cuore dell'esercito
Caotico, brandendo lo splendente Ghal Maraz nelle
sue mani. La stessa banda di guerra di Archaon, le
Spade del Caos, che cavalcarono per bloccare il furioso
prescelto di Sigmar caddero innanzi alla possanza
del Martello di Sigmar, e furono disperse.
Sospinte dall'impetuoso assalto di Valten, le orde di
Flagellanti sciamarono avanti, ignorando i colpi della
magia che falciavano i loro ranghi. I sacerdoti di Sigmar
si battevano contro gli urlanti seguaci di Khorne e
i putridi guerrieri di Nurgle. Le preghiere innalzate in
battaglia offuscarono la massa blasfema con la sacra
energia dei giusti. La folle magia del Caos fece emergere
dalla terra stessa enormi vermi mangiacarne,
mentre dal cielo pioveva sangue incandescente che
bruciava la pelle al solo tocco.
In mezzo al massacro della tempesta di fuoco magica,
Valten si apriva la strada in cerca di Archaon. Ma egli
rimase deluso, perché il Prescelto non stava guidando
l'assalto personalmente, ma al suo posto era Kordel
Shorgaar, araldo dello stesso stendardo di Archaon.
Valten tentò di strappare la testa del Campione del
Caos con Ghal Maraz, ma il favorito degli dei del Caos
usò lo stesso stendardo per bloccare il colpo. Le energie
oscure dello stendardo assorbirono temporaneamente
parte dei poteri del martello, impedendo a Valten
di proseguire con efficacia il suo assalto. Shorgaar
riuscì a ritirarsi dallo scontro, per ritornare dal suo
maestro.
Nottetempo, la strada della Vecchia Foresta era stata
ripulita sino a Sokh, mentre centinaia di seguaci del
Caos erano stati lasciati morti lungo tutto il percorso.
Il loro numero, rivaleggiava con quello degli uomini
che erano morti combattendo al fianco di Valten. Nell'oscurità,
i bagliori dei fuochi degli accampamenti dei
tre eserciti potevano essere chiaramente visti da tutte
le fazioni. Per Karl Franz, l'accampamento di Archaon
sembrava molto più piccolo di quello Imperiale. Con il
giorno successivo se gli dei lo avrebbero voluto, Archaon
sarebbe stato sconfitto, e il Caos ricacciato definitivamente
dall'Impero.
Terzo Giorno - I Guerrieri Oscuri
Ansioso di vedere la fine della battaglia, Karl Franz
ordinò ai suoi generali di marciare avanti appena si
fossero viste le prime luci dell'alba, per ingaggiare l'orda
notevolmente più ridotta di Archaon. Durante l'avanzata
però, ancora una volta ruggirono i Cannoni
Infernali, vomitando i loro colpi magici sulle truppe.
Nonostante questo, sotto l'occhio protettivo dell'Imperatore,
l'esercito riuscì ad avanzare.
Dall'Est, Valten e i suoi guerrieri, ora ridotti a poche
centinaia, avanzavano a loro volta. Il Campione di Sigmar,
con Luthor Huss al suo fianco, era alla testa della
colonna in marcia. Vedendo questa forza, Archaon
ordinò che i suoi Cannoni Infernali venissero puntati
su Valten, e diede il segnale per l'inizio di un devastante
bombardamento, che riempì il cielo con striature
magiche e fumo. Nonostante le barricate, Valten fu
colpito da una violenta esplosione, e il suo nobile destriero
Elfico investito dalla tremenda esplosione. La
cavalcatura morì all'istante, sbalestrando il suo padrone
in aria . Con il viso bruciato e annerito, Valten si
alzò dal cratere fumante, e avanzò appiedato verso il
nemico.
Ad Ovest, l'aria tremolava a causa di un potere innaturale,
e i cieli stessi si torcevano, come nella morsa di
una mano invisibile. Un'ombra cominciava a radunarsi
nelle foreste nei pressi di Middenheim. Da questo pozzo
di oscurità, cominciarono ad udirsi stridule grida e
mostruosi richiami. Occhi luccicanti nella tenebra, crudeli
ghigni, maledizioni da incubo. Il terrore si diffondeva
tra i ranghi di Karl Franz, mentre una legione di
Demoni si avvicinava al seguito di una spaventosa figura
alata, libratasi in volo alla testa della mostruosa
orda. Be'lakor spingeva avanti le sue legioni, obbligando
l'esercito di Karl Franz a combattere, lasciando le
forze di Valten prive di sostegno e completamente circondate
contro l'armata del Prescelto Eterno.
Come se le difficoltà per l'eletto di Sigmar non fossero
già abbastanza, un nuovo nemico giunse sulla scena:
centinaia di guerrieri pelleverde caricarono dalla foreSupplemento
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- LA TEMPESTA DEL CAOS -
sta a sud, aggredendo l'esercito di Valten. E alla testa
di questa nuova orda, era Grimgor Pellediferro in persona,
che avanzava falciando dozzine di uomini con
ogni colpo. In questo momento di tragedia, Valten e
Huss decisero di tentare una carta disperata, e caricarono
insieme ad un folto gruppo di soldati le linee del
Prescelto Eterno, incuneandosi nel suo esercito alla
ricerca di Archaon stesso.
L'ombra delle Legioni Demoniache piombò sull'armata
di Karl Franz, come un'onda nera su una spiaggia
biancastra. Le lame luminose dei tremila Maestri di
Spada di Hoeth si alzarono e abbassarono simultaneamente
in un arco mortale, fendendo figure immateriali,
e tagliando in due le forme incorporee dei loro blasfemi
avversari. Nonostante gli Elfi combatterono con
ineguagliabile abilità, erano troppo pochi ed ognuno di
essi cadde vittima dell'infinita ondata di artigli, lame e
zanne. Al centro delle forze Elfiche, entro un cerchio
formato dai suoi più leali guerrieri era Teclis. Dopo
aver bevuto il contenuto di una fiala scintillante, egli
diede prova dei suoi poteri: Fiamme di energia bianca
eruppero dal suolo e formarono una semisfera intorno
al Mago degli Alti Elfi. Crescendo d'intensità, il bagliore
divenne accecante, e il fuoco magico esplose all'esterno.
Lo stridio dei Demoni riempì l'aria, mentre le fiamme
purificatrici bandivano nuovamente le creature
blasfeme nel Regno del Caos. Per un istante, un'ombra
nera permase dopo che le fiamme si erano disperse,
un vago percorso di oscurità che però sussistette
per brevissimi istanti, prima di scomparire. Così accadde,
che i demoni furono stati scacciati dal campo di
battaglia.
Con il suo esercito impegnato nella lotta contro gli Orchi,
Valten, alla ricerca di Archaon, si batte nuovamente
con le Spade del Caos. Questa volta il suo avversario
era lì, in sella al destriero dell'apocalisse, e la
sua possente figura spiccava tra i suoi guerrieri. Le
bande da guerra di Archaon si scostarono per consentire
a Valten di avvicinarsi al Signore della Fine dei
Tempi. Con un ruggito, Valten caricò, brandendo Ghal
Maraz contro il suo avversario. Il martello colpi con
possanza il mostruoso destriero demoniaco, che esplose
in un nugulo di fiamme e fumo, disarcionando
Archaon.
Valten proseguì la sua carica, sollevando il Martello di
Sigmar sopra la propria testa per infliggere il colpo di
grazia al Prescelto Eterno. Ma soltanto il clangore del
metallo poté essere udito quando la Sterminatrice di
Re venne levata, ed Archaon rilasciò il potere di
U'zuhl. La lama morse l'armatura di gromil di Valten
penetrando a fondo nella gorgiera. Rallentato ma non
bloccato, Valten portò a segno il suo colpo prima di
perdere i sensi. La testa di Ghal Maraz si abbatté
spaccando lo spallaccio di piastra dall'armatura di Archaon.
Rialzandosi ferocemente in piedi il Signore della Fine
dei Tempi ritirò la Sterminatrice di Re dalla morsa dell'armatura
di Valten, spaccando le piastre sul petto.
Nonostante il sangue sgorgasse dalla ferita, il segno
che marcava Valten sin dalla nascita era adesso chiaramente
visibile. Come stordito alla vista della cometa
a due code impressa sulla pelle di Valten, Archaon
mosse un passo indietro. Luthor Huss allora si scagliò
contro lo stesso Prescelto Eterno. Il suo martello provoco
una scarica di scintille all'impatto con l'armatura
del Caos di Archaon, e la potenza del colpo messo a
segno al lato della testa di Archaon, lo costrinse a cadere
su un ginocchio.
Ma il secondo colpo non giunse a segno, poiché il Signore
della Fine dei Tempi alzò lo scudo per bloccarlo,
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- LA TEMPESTA DEL CAOS -
e strappò il martello dalle mani di Huss con un violento
contrattacco. Con un urlo terrificante, il Campione
del Caos investì il Profeta di Sigmar con un colpo talmente
violento da sbalestrarlo in aria per svariati metri,
mentre il rumore di ossa spezzate accompagnava
la sua caduta. Un grido di guerra gutturale risuonò
improvvisamente intorno ai guerrieri del Signore della
Fine dei Tempi. Di nuovo in piedi, Archaon si volse
verso un'altra figura che apparve sulla scena proprio
innanzi a lui.
La testa di un pelleverde colpì l'elmo di Archaon, mentre
Grimgor rendeva manifesta la sua presenza. Al suo
seguito i suoi Tozti combattevano con ferocia i guerrieri
delle Spade del Caos. L'Orco aveva guidato i suoi
attraverso le linee di Valten e quelle del Caos, per raggiungere
il Prescelto Eterno. Con Middenheim inespugnabile
alle sue spalle, a Grimgor era rimasto un solo
modo per dimostrare la sua possanza a Gork. Grimgor
sollevo Gitsnik con entrambe le mani, e con un terrificante
arco distruttivo abbatté un colpo tale da schiantare
lo scudo di Archaon, costringendo il Prescelto Eterno
ad arretrare.
Ancora una volta, la Sterminatrice di Re guizzò verso
la sua preda, ma Grimgor si attendeva il contrattacco
e parò il colpo con l'aiuto della sua scure magica. Il
Capoguerra Orco Nero piantò saldamente il piede sul
braccio di Archaon, obbligandolo a lasciare la spada
demoniaca. Usando il piatto della scure, Grimgor colpi
due volte Archaon sulla testa, e dopo mise la lama
sulla gola del Prescelto Eterno. L'Orco Nero esplose in
un grido al cielo, urlando "Grimgor é migliore!"
Un grido di assenso eruppe dalle gole degli Orchi, che
cantavano il nome di Grimgor facendolo risuonare oltre
il clangore della battaglia. Grimgor sollevo Gitsnik
sulla testa e ruggendo nuovamente punto il pugno
verso l'alto. Dopo aver provato la sua potenza a Gork,
il capoguerra condusse a sud la sua orda barbarica. Le
loro grida di vittoria furono udite a lungo, mentre
scomparivano alla vista.
Luthor Huss ripresi i sensi, riuscì a montare in sella al
suo destriero, portando con se Valten, il Profeta si allontanò
dalla mischia. Huss riuscì a cavalcare nella sua
folle corsa sino al santuario di Shallya a Middenheim.
Solo quando la badessa portò la notizia che Valten
sarebbe sopravvissuto, Huss si concesse il lusso di
svenire. Il suo corpo sarà portato al santuario principale
da Volkmar, che nonostante le ferite, era accorso
alla notizia dell'arrivo di Huss.
All'esterno, le forze sconfitte di Archaon si ritiravano
verso Sokh. Abbandonati i Cannoni Infernali, le orde
attendono l'ultima fase del conflitto, che certamente
non avrebbe tardato ad arrivare.
Quarto Giorno - L'attacco dei Conti Vampiro
Nonostante l'esercito di Archaon stava cominciando a
ritirarsi, centinaia di guerrieri erano rimasti, pensando
che il loro numero sarebbe stato presto rinforzato dai
guerrieri provenienti dal sud. I campioni berserk pregustavano
già il sangue quando videro Karl Franz avanzare
alla testa della sua armata. Nonostante l'esercito
imperiale era mostruosamente più vasto di quello
di Archaon, Kurt Helborg aveva avvisato che non sarebbe
stata mietuta una facile vittoria in quel giorno:
si sarebbero battuti contro i veterani della campagna,
i più tenaci guerrieri del caos, le bestie più brutali, e i
mostri più terrificanti.
L'artiglieria imperiale cominciò il bombardamento di
Sokh poco prima del pomeriggio, e i colpi dei mortai
colpirono i rifugi nel villaggio. Poco prima, Karl Franz
aveva promesso che gli abitanti di Sokh avrebbero
ricevuto un compenso, eppure la vista delle proprie
case fatte a pezzi dai colpi dell'artiglieria imperiale
strinse il cuore ai sopravvissuti del villaggio.
Dopo quasi un ora, il bombardamento cessò, cosa che
non faceva parte del piano Imperiale. Eludendo il controllo
di Boris Todbringer, Khazrak il Monoloco era riuscito
a fiancheggiare le forze imperiali, e aggredire
alle spalle l'artiglieria, piombando dalla foresta. Combattimenti
disperati si svolsero intorno alle piattaforme
di combattimento. Le esplosioni dei colpi di moschetto
si fusero al terrificante ringhio degli Shaggoth. Ben
sapendo che la sua cavalleria non poteva essere efficace
negli angusti spazi di Sokh, Karl Franz ordinò che
i cavalieri si volgessero indietro, per supportare l'artiglieria,
e ordinò alla fanteria di caricare.
Ar-Ulric e un contingente di Guardia Teutogena costituivano
l'avanguardia dell'assalto, e furono i primi ad
entrare nel terreno di Sokh. Chiedendo la guida di Ulric
stesso, l'Ar-Ulric impugnò saldamente l'Ascia-
Martello di Skoll. Haargroth piombò in mezzo alla
Guardia Teutogena e lasciò una scia di corpi smembrati,
troncando numerose teste. La sua ascia colpiva
armatura e carni, spezzando persino le ossa con un
unico fendente. Tre dozzine di teschi vennero donati a
Khorne, prima che l'Ar-Ulric Valgeir riuscisse a raggiungere
il Campione del Caos, schiantando il suo sacro
martello sull'elmo di Haargroth, e colpendo con la
lama il suo petto. Gridando il nome di Urlic, Valgeir
guidò la lama dell'Ascia-Martello di Skoll spiccando la
testa di Haargroth, ponendo fine alla vita del Sanguinario.
Il combattimento divenne feroce tra le vie di Sokh,
dove il numero e l'organizzazione dell'Impero non riusciva
ad essere sfruttato appieno dai difensori di Middenheim,
che si batterono spesso in condizioni disperate.
Sanguinanti e demoralizzati, i reggimenti impeSupplemento
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- LA TEMPESTA DEL CAOS -
riali si ritirarono dalla battaglia dopo numerose ore,
incapaci di penetrare realmente a fondo nel villaggio.
Mentre le nubi si addensavano e le ombre della notte
cominciavano a coprire i campi di battaglia, fulmini
innaturali potevano essere avvistati all'orizzonte. Una
potente stregoneria stava sicuramente per manifestarsi.
Alcuni sinistri suoni, iniziarono ad essere uditi dall'Est,
e tra il bagliore dei lampi si intravidero riflessi d'avorio
e metallo. Quando la tenebra innaturale si disperse, i
ranghi dell'esercito di Sylvania apparvero. Stendardi
ammuffiti garrivano nuovamente, sospinti dal vento
spettrale, erano sorretti su un esercito di guerrieri non
morti, immobili. Alla loro testa, su un destriero scheletrico
dagli occhi fiammeggianti, era il temuto Mannfred
Von Carstein. Intorno a lui un'intera schiera di
Vampiri minori e servi negromanti.
Abbandonando la cavalcatura, il Signore Non Morto
dominatore di Sylvania si avvicino di qualche passo,
sollevando le braccia verso il cielo. Evocando il suo
spettrale potere, l'aria cominciò a torcersi, mentre un
lamento cupo si alzava dalle sue schiere. Con l'incantamento
finale, Mannfred unì le mani, e un fragoroso
e crepitante lampo esplose nell'aria. Una pioggia di
fulmini venne evocata sul campo di battaglia, e laddove
colpiva un fiume di energia crepitava a lungo. Lentamente,
le centinaia di soldati uccisi in quattro lunghi
giorni di combattimento cominciarono a rialzarsi, per
combattere nuovamente. Guerrieri del Caos non Morti,
sollevarono ancora una volta le loro brutali asce e
mazze, al fianco di pallidi alabardieri imperiali.
Accompagnati dalla successiva invocazione, l'esercito
della morte si spinse all'interno di Sokh uccidendo
qualunque cosa nel suo cammino. Faccia a faccia con
tanto innaturale terrore, l'esercito di Archaon finalmente
si arrese e coloro che sopravvissero fuggirono
al nord. Con Middenheim al sicuro e Valten irraggiungibile,
Archaon stesso si rese conto di aver fallito. Non
é ben chiaro in quale momento della battaglia egli si
allontanò, ma si crede che si mosse verso le Montagne
di Mezzo, probabilmente presso le rovine della
Fortezza d'Ottone.
Con l'esercito del Caos distrutto, Mannfred rivolse la
sua armata verso Middenheim. Mentre l'esercito terrorizzato
di Karl Franz si ritirò ai piedi della via est, un
cavaliere isolato emerse dalle schiere dei non morti.
Era lo stesso Mannfred, che lentamente si fece avanti,
fermandosi ad una dozzina di passi dal punto in cui
Karl Franz, assiso sul suo grifone lo attendeva, fiancheggiato
da Kurt Helborg e Ludwig Schwartzhelm. La
voce del vampiro si udì oltre il tumulto della tempesta:
come il mio signore un tempo giunse ai vostri avi, ora
io giungo a voi. arrendetevi a me, e sarete risparmiati.
Opponete resistenza, e abbraccerete la morte.
Una figura solitaria emerse dai ranghi dei reggimenti
imperiali, e si confrontò con Mannfred. La sua testa
priva di capelli, luccicava ai lampi della tempesta,
mentre i suoi lunghi baffi inzuppati dalla pioggia sembravano
tesi verso il petto. Braccia incrociate, il volto
cupo, Volkmar il Torvo sostenne lo sguardo del Signore
dei Vampiri.
Circa cinquecento anni fa, un uomo come me uccise
un mostro come te. Può essere fatto di nuovo.
Mannfred rifletté su questa possibilità squadrando il
volto determinato del Teogono. Il Vampiro ricordò bene
la vista del Gran Teogono Wilhelm, che si era lanciato
al di là delle mura di Altdorf trascinando Vlad
von Carstein con sé, impalandosi con lui dopo una
vertiginosa caduta. Mannfred pensò inoltre alle sue
terre, ancora minacciate da Vardek Crom. Con un ringhio,
il Vampiro volse il suo destriero incubo e cavalcò
verso est, e così fecero i suoi servi non morti.
Al calar della notte, i campi e le foreste intorno a Middenheim
erano silenziosi. Per la prima volta nell'arco
di tre mesi, il suono della guerra non poté essere udito.
La Battaglia per Middenheim era stata vinta.
Dopo la Tempesta
L'orda di Archaon aveva portato miseria e morte nelle
terre dell'Ostland, Hocland e Middenland. Più di diecimila
erano senza casa, e prossimi alla morte per fame.
I campi erano stati bruciati, le case ridotte in rovina.
Al passaggio del pieno terrore del Caos, molti erano
impazziti per la paura e la miseria. La foresta era
piena di soldati e villici che avevano abbandonato i
loro dei per vendere le proprie anime ai devastanti
poteri degli Dei Oscuri.
Nonostante Middenheim era stata difesa e l'ultima orda
di Archaon dispersa, ciò che rimaneva delle bande
da guerra e dei branchi di uominibestia permaneva
ancora nel nord dell'Impero. Zundap era stata travolta
dagli impietosi Skaven, che avevano trasformato il
vecchio mulino in un covo blasfemo di creature ratto.
La Fortezza d'Ottone era stata ridotta ad un guscio
vuoto. I suoi più neri angoli erano diventati la dimora
di strane bestie e distorti abomini, e i guerrieri degli
Dei Oscuri si riunivano nella torre in rovina e nelle sale
della gloriosa fortezza.
Middenheim stessa era stata toccata dai colpi dei Cannoni
Infernali del Prescelto Eterno e le sue strade
riempite di morte. In profondità nell'Ulricsberg, l’Emisfera
del Fato degli Skaven aveva emesso una violenta
luce, radunando il potere per detonare. I tunnel e i
corridoi erano inondati da fiumi di Skaven, in fuga per
l'imminente esplosione. Schermaglie continue accaddero
tra loro e gli avventurieri che si erano recati in
Supplemento non ufficiale per WFRP
- 7 -
- LA TEMPESTA DEL CAOS -
profondità per rinvenire i tesori leggendari sepolti nella
roccia e nelle catacombe.
Un'esplosione di luce verdastra accompagnò il terribile
schianto dell'Emisfera del Fato, mentre i tunnel venivano
inondati dell'energia della mutapietra. Uomini e
Skaven furono distorti dentro e fuori, i loro corpi liquefatti,
la loro pelle corrotta da malsane energie. La roccia
stessa liquefatta apri nuovi tunnel e ne sigillò altri.
Nonostante il potere rilasciato, l'Emisfera del Fato non
detonò completamente, e adesso attende senziente
una nuova attivazione, da qualche parte nei distorti
labirinti dei nuovi tunnel sotto l'Ulricsberg.
Anche se la minaccia della devastazione di Archaon
era cessata, un nuovo pericolo minacciava l'impero
entro i suoi stessi confini: lo scisma. Con Valten ancora
in vita anche se in stato comatoso nel tempio di
Shallya e Huss vigile al suo fianco, il Gran Teogono
Johannes Esmer giunse a Middenheim. Con il ritorno
di Volkmar, forse maledetto dal Caos che aveva generato
la sua rinascita, vi era la possibilità che Esmer
stesso fosse deposto. Nonostante questo, i sostenitori
dell'attuale Gran Teogono chiesero che Volkmar benedicesse
la promozione di Esmer.
I pochi sopravvissuti dell'esercito di Valten - i folli flagellanti
e i feroci sacerdoti guerrieri - cominciarono a
riunirsi e creare problemi a Middenheim, chiedendo
che Esmer se ne andasse. Nel mezzo della confusione,
si levò la voce dei sacerdoti di Ulric che richiedevano
che venissero ridistribuiti i voti dei conti Elettori, rievocando
un antica diatriba da sempre presente nell'Impero.
In cima a tutto questo, vi era la divisione causata dalla
presenza di Valten. Molti lo designavano come il
futuro Imperatore, non appena si fosse ripreso. Altri
credevano che le parole di Huss fossero false e che il
fatto che avesse riportato le ferite da Archaon erano
la prova che il figlio del fabbro non era divino. Con
l'impero, diviso e con gli eserciti duramente provati,
Karl Franz era cosciente del fatto che era necessario
ripristinare l'ordine prima possibile. Saccheggi, folle
inferocite, culti diabolici avevano iniziato ad essere
frequenti nel Middenland. Se questa mancanza di autorità
fosse perdurata, l'Impero sarebbe scivolato presto
nell'anarchia.
L'Imperatore dunque chiamò i suoi consiglieri, tra i
quali Volkmar ed Esmer, per decidere cosa fare di Valten.
Ancora fedele ai suoi doveri verso l'Impero, ereditati
da suo padre, Karl Franz era propenso a cedere il
comando a Valten. Eppure, i suoi consiglieri erano
dubbiosi, e alcuni pensavano che Huss fosse un bugiardo.
Ma chi non avrebbe voluto che la reincarnazione
di Sigmar divenisse il nuovo imperatore?
Esmer e Boris Todbringer chiesero tre giorni per trovare
una soluzione. L'Imperatore Franz disse che qualunque
cosa avessero potuto fare per arrestarne l'imminente
conflitto interno sarebbe stata benvenuta.
Il secondo giorno, Karl Franz ricevette la visita di Luthor
Huss in lacrime. Egli portava il Martello di Sigmar
nelle sue mani. Quando l'Imperatore chiese cosa era
accaduto, Huss gli disse, con la voce spezzata, che
Valten era stato ucciso. L'eletto di Sigmar era stato
trovato nel suo letto, trafitto da una spada dai bagliori
verdastri.
Sorpreso e dubbioso, Karl Franz si reco al tempio di
Shallya, per vedere con i suoi occhi cosa era accaduto.
La guardia teutogena sbarrava l'ingresso, ma gli
concesse di entrare nella camera dove aveva riposato
Valten. Ma non vi era traccia di lui. C'era del sangue
sul letto e sul pavimento. Su una delle pareti, una
scritta cremisi tracciava un triangolo con una linea in
mezzo. Huss chiese cosa doveva essere fatto. L'Imperatore,
prese Ghal Maraz dalle mani di Huss, osservo
la scena ancora una volta, dopo si volse a Luther.
Andrai tra la gente, e dirai che Sigmar ci ha lasciati,
così come ha fatto molti secoli fa. Da loro speranza, in
questi tempi oscuri. Non tradire la loro fede. Di loro,
che egli ha lasciato a me il suo martello, come segno
di fiducia, e di loro che tu sei ancora il suo profeta, e
attenderai il suo ritorno... perché egli tornerà, nel momento
in cui avremo più bisogno di lui.
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